Fanno parte del modulo variabile.
Generalmente impiegati per ridurre la ipertrigliceridemia non controllabile da misure dietetiche.
Esercitano un evidente effetto sull'aggregazione piastrinica diminuendola.
Vanno pertanto somministrati sotto particolare sorveglianza
in soggetti con diatesi emorragica o in trattamento con anticoagulanti.
Una volta incorporati nei fosfolipidi
di membrana, competono con l'acido
arachidonico come substrato di vari
processi enzimatici delle piastrine,
dell'endotelio e dei leucociti, producendo maggior rilassamento endoteliale
probabilmente per attivazione dell'EDRF
A queste azioni si associa una riduzione
del potenziale chemiotattico
e proinfiammatorio e pertanto un effetto antiaterosclerotico e antitrombotico,
sostenuto dalle proprietà antiaggreganti. Studi clinici hanno evidenziato
una significativa riduzione della mortalità totale cardiovascolare, in particolare
delle morti improvvise osservate in trial prospettici di prevenzione secondaria
in pazienti infartuati. È stata evidenziata anche un'azione antiaritmica.
Numerosi studi sperimentali clinici
ed epidemiologici ne hanno evidenziato
un chiaro effetto preventivo, una sensibile azione antitproliferativa e antimetastatica nelle patologie neoplastiche.
Nelle patologie del sistema nervoso
centrale, studi clinici ne hanno
documentato le proprietà preventive
e le capacità terapeutiche.
In ratti eterotrapiantati con vari tipi
di tumori tra cui mammella, prostata
e polmone hanno decisamente ritardato l'insorgenza di neoplasie. Hanno anche dimostrato di contenere gli effetti tossici di chemioterapici e di esercitare un effetto radioprotettivo.
Le proprietà antiblastiche comprendono la modulazione degli eicosanoidi,
l'inibizione dell'angiogenesi, un effetto
antiproliferativo e proapoptotico,
il contrasto dell'espressione recettoriale estrogenica.
Negli stati critici e cachettici gli Acidi
grassi omega tre hanno contenuto
o soppresso la cachessia cancro-
dipendente e migliorato sensibilmente
la qualità di vita. In casi di cancro
della mammella, pazienti con tassi ematici più elevati di omega-3 hanno manifestato un risposta nettamente migliore
alla chemioterapia delle pazienti con tassi inferiori
Numerosi lavori concordano consigliando, in aggiunta ai tradizionali trattamenti,
l'integrazione dietetica con gli omega-3 e/o la sua somministrazione in dosaggi medi di 500 mg 3 volte al dì fino
a un massimo di 1000 mg 3 volte al dì,
in quanto in assenza di tossicità esercitano un effetto sinergico che si estende
alla diminuzione di recidive, all'aumento dell'intervallo di tempo libero da recidive per l'effetto citostatico e antimetastatico.
Nei casi in cui i pazienti non possono essere trattati con terapie tradizionali, viene consigliato in alternativa l'impiego
di omega-3.
Gli studi clinici più numerosi sull'impiego positivo degli omega 3 nelle patologie
neoplastiche sono relativi principalmente alla mammella, alla prostata e al colon, anche se non mancano riferimenti ad altre neoplasia, tra cui i tumori della testa
e del collo. È stata evidenziata anche
la capacità di inibire l'espressione
di VEGR e di COX 2. Anche l'attività
antinfiammatoria e di contenimento
delle malattie autoimmuni ha un ampio riscontro nella letteratura.